Dal libro
Lettere d’Occitania è un epistolario che riguarda vicende accadute alla fine del XIV secolo.
Sullo sfondo di una rivolta antinobiliare che ha avuto luogo nel Canavese, una terra non ricca e impoverita da continue guerre, ai confini con la Savoia, rivolta provocata dall’imposizione eccessiva di tasse da parte dei signori locali che ha coinvolto gli abitanti di quelle valli, emergono affreschi di vita quotidiana, dei diversi strati della popolazione, contadini, artigiani, notabili.
Autore delle lettere è un “Tuchin”, un giovane rivoltoso, è ricercato e costretto a fuggire verso sud. Là trova rifugio presso la corte di un nobile, dove sente declamare versi di noti troubadours e ha modo di conoscere il mondo affascinante ed esclusivo della società cortese, il suo spirito e le sue simbologie.
Sono lettere tramandate nei secoli, che rivelano una cultura popolare depositaria di antichi saperi sulle proprietà curative delle erbe, di eremiti custodi di segreti ad esse inerenti e di figure dotate di poteri sulla natura, antiche credenze di origine celtica, e aspetti di una società in cui la donna gode di una certa autonomia, eredità di una civiltà preromana in cui viveva in condizioni di eguaglianza rispetto all’uomo. Se le lettere contengono versi in lingua provenzale-occitana che il protagonista ascolta nelle sere a corte, non mancano espressioni in un altro idioma, il patouà, tuttora parlato in alcune valli dell’alto Canavese, così come, con alcune varianti, in Val d’Aosta, in Savoia e nei cantoni svizzeri romandi. Ad accomunare quella terra subalpina alle aree geografiche confinanti, aldiqua e aldilà delle Alpi, vi sono anche affinità di tradizioni e usanze. Ritualità quali lo charivari, lì più comunemente conosciuto come chavramari, rientrava ad esempio tra i momenti organizzati da associazioni giovanili che assumevano forme di controllo sociale e di contropotere nei confronti delle autorità nobiliari.
Lettere d’Occitania narra inoltre di feste e riti popolari, rappresentazioni teatrali e di corte riportando elementi poco conosciuti e in alcuni casi inediti, frutto di ricerche in ambito teatrale e antropologico.
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